Il libro prende le mosse da un articolo scritto da Tommaso Stabile nel 1944 quando al Nord, nel territorio della Repubblica Sociale arrivarono le prime notizie sul cambio del nome di Littoria in Latinia. Inizia così un processo di negazione della memoria che si snoda fino al 2002 di cui vengono ripercorse le tappe e le implicazioni nella vita della città . Latina una volta Littoria diviene il segno tangibile di una memoria divisa che costituisce un vulnus per la città e ne compromette l’identità. Come testimoniano i goffi tentativi di falsificare la storia con becere rievocazioni che servono solo a rendere palese la nevrosi storica che ne affligge gli autori. L’autore compie un excursus delle storia delle paludi pontine e dei numerosi tentativi falliti di bonificarle. Raccoglie i dati , con particolare riguardo agli aspetti economici e sociali , dalle sue dieci pubblicazioni sull’agro pontino che vanno dal 1960 al 2002. Viene data una cronologia della bonifica fascista di cui si tratteggia la storia. Il libro offre uno scorcio di storia di Latina una volta Littoria vissuto dal protagonista che vi giunse adolescente e vi divenne uomo, sperimentando l’affascinante esperienza di vedere crescere una città durante la propria vita. E’ un atto di amore verso la propria città e di coerenza verso la propria vita di fascista coerente ed intransigente animato da una intelligenza viva e pronta e sorretto da una profonda cultura . Ci pare il modo più degno di ricordare l’ottantesimo della fondazione di Latina una volta Littoria.
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